Economia

La Polonia è stato l’unico paese dell’Unione Europea a mostrare una crescita economica nonostante la crisi internazionale. E’ diventata membro dell’Unione Europea nel 2004 e tra i nuovi membri è lo Stato più popolato: 38 milioni di abitanti.

Nel 2009 la Polonia è diventata, in termini di PIL, l’ottava economia dell’Unione Europea. Il PIL pro capite del paese rimane comunque più basso rispetto alla media europea (circa 20.000 dollari contro circa 31.000 dollari).

Il maggiore sviluppo lo hanno registrato i servizi (oggi al 65% del PIL), l’agricoltura è un settore di rilievo che impiega circa il 15 % della popolazione (3,5% del PIL). L’agricoltura grazie ai fondi europei ha potuto beneficiare di 13 miliardi di euro. L’industria contribuisce al 31% del PIL producendo prevalentemente prodotti alimentari, veicoli e macchinari.

Le regioni occidentali della Polonia sono le più ricche e hanno attirato più investimenti.

La Polonia ha registrato una crescita sostenuta anche nel 2009 (PIL + 1,6%), anno di crisi per tutta l’economia europea. Tra le cause di questo risultato vi è la diminuzione delle importazioni e nuovi investimenti nel settore delle esportazioni.

Nel 2011 il PIL ha mostrato una crescita del 4,4% grazie all’export e alla domanda interna, nel 2012 si verifica una decelerazione causata da una recessione dell’area euro e una diminuzione della domanda interna.

Dai ultimi dati del 2016 risulta che la Polonia continua ad essere la destinazione più attraente per gli investitori stranieri. Il paese, insieme alla Russia si colloca al top della lista per la crescita complessiva degli investimenti esteri con l’aumento di quota del mercato del 60% rispetto all’anno 2014.

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